Dal 26 ottobre scorso, all’entrata della sala multiuso presso i magazzini comunali e la caserma dei pompieri di Maggia sono in bella mostra i rilievi in marmo realizzati dalla Scuola di Scultura di Peccia. Un’occasione, per la nostra redazione, per far conoscere più da vicino ai nostri cittadini questo importante polo culturale, la cui notorietà varca i confini vallerani.
A Peccia ci accoglie con grande cordialità Almute Grossmann-Naef, che dal 2001 affianca il marito Alex Naef nella conduzione della scuola. Almute ci fa da guida tra atelier e postazioni di lavoro, dove il marito Alex e altri insegnanti sono occupati a impartire corsi ad una ventina di allievi. Sopra di noi, verso la Valle di Peccia, svetta l’imponente Pizzo Castello che, con i suoi 2808 metri di altezza, sembra ricordarci chi è il vero protagonista della storia. Infatti, guardando verso la montagna, in prossimità della cima si possono riconoscere le strisce chiare del marmo: gli strati seguono poi il ripido fianco della Punta Rossa fino a raggiungere la cava, situata in fondo alla Valle di Peccia. Una vera e propria sorpresa dal punto di vista geologico, visto che la Vallemaggia è costituita in gran parte da rocce acide. Il marmo trae la sua origine da sedimenti calcari marini che risalgono a 250-150 milioni di anni fa. Durante la formazione delle Alpi, processo che durò circa 100 milioni di anni, questi sedimenti furono dislocati verso nord. Enormi pressioni e forti aumenti di temperatura nelle rocce ne modificarono la struttura fisica. I sedimenti calcarei si ricristallizzarono dando origine a marmi e dolomie. L’alta percentuale di calcite (oltre il 95%) contenuta nel marmo di Peccia fa sì che esso venga annoverato tra i migliori marmi esistenti.